Il caso Vittorio
Francesco Pacifico
Romanzo, Italia 2003
350 pp.
Prezzo di copertina € 10
Editore: Minimum Fax, 2003
ISBN 88-87765-95-2
Claudia e Marta, amiche del cuore, s’imbattono in Vittorio durante una manifestazione degli studenti contro il governo. E’ un ragazzo strano, veste pariolino ed ha la testa allungata, da alieno. Frequentano la stessa scuola da tempo, eppure non l’hanno mai notato. Forse per l’euforia della situazione, o per la voglia di cambiare qualcosa, quel giorno lo “catturano” e da un duo, diventano un trio inseparabile. Il loro rapporto si fa ogni giorno più profondo, fino a diventare morboso. Condividono la passione per la politica e passano interi pomeriggi a fumare e a parlare. Così Vittorio si ritrova al centro di un triangolo amoroso che per diversi anni, li fa avvicinare e poi allontanare, e mette a dura prova l’amicizia delle due amiche, entrambe innamorate di quello “strano ragazzo”.
Triangolo d’amore o trionfo dell’invidia?
Ecco cosa succede a una ragazza che trova un’amica, stringe una bella amicizia, quindi incontra un uomo e la questione si complica.
La storia non propone nulla d’originale anzi è fin troppo scontata: i triangoli amorosi sono uno spunto ormai usurato, e non solo in campo letterario.
Interessante è invece il tentativo di tratteggiare attraverso le personalità dei protagonisti l’identikit degli studenti italiani medi anni ’90. Marta, Claudia e Vittorio sono l’esempio della superficialità ad ogni livello. Claudia ritiene di essere una ragazza bella, disinibita e invidiata, e invece si concede perché in realtà è corrosa dall’invidia. Vorrebbe essere diversa…vorrebbe essere Marta. E’ convinta di sapere cosa sia un sentimento profondo, e persino di sacrificarsi per esso, ma è troppo egoista per amare, riesce solo ad “usare”.
Dichiara esplicitamente la propria invidia, ma non si arrende, continua a cercare una strada per affermarsi, per non rimanere nell’ombra dell’amica bella, e alla fine è la vera vincente.
Vittorio è uno come tanti, un po’ edonista, un po’ cattolico integralista, a volte politicamente impegnato, altre scombussolato solo dagli ormoni, sicuramente camaleontico, frutto di un’epoca in cui il trasformismo è quasi un elemento genetico inespugnabile. Onestamente il quadro è scoraggiante: dovrebbe raccontare le grandi amicizie ed i primi amori, ma si limita a descrivere un mondo governato dall’invidia e dal tradimento. E, come si dice, la speranza, comunque, è l’ultima a morire.
Quest’opera d’esordio svela un autore maturo dal punto di vista stilistico, che può controllare i propri mezzi, anche se a volte si fa prendere la mano e diventa prolisso. Incastonati nella geometria del romanzo e nell’architettura dei rapporti complessi tra i protagonisti, certi brani sono forse indispensabili, ma rallentano pericolosamente il ritmo, altri invece sono proprio superflui. Peccato, perché per buona parte del libro la lettura è abbastanza fluida.
La prossima volta ci aspettiamo una storia migliore, che possa riflettere lo stile puntuale e scorrevole di Pacifico.
Marta De Santis