Le inchieste del commissario Collura
Romanzo, 2002
91 pp. Euro 8,00
Autore: Andrea Camilleri
Casa editrice: Libreria dell’Orso, 2002
ISBN 88-7415-002-4
“Prima di accettare l’offerta d’imbarco, Cecè Collura ne aveva parlato col suo maestro e amico Salvo Montalbano, che faceva il suo stesso misteri a Vigata, ma era omo di grande spirienza. Montalbano l’aveva taliato a lungo senza parlare, poi s’era addeciso a raprire bocca. ”
Ferito durante una sparatoria, il commissario Vincenzo Collura, detto Cecè, accetta la proposta di un parente e, nei sei mesi di forzata convalescenza, s’imbarca su una nave da crociera come commissario di bordo, per quanto non sia “omo d’acqua, ma di terraferma”.
Suo malgrado, Cecè indaga su una serie di piccoli “gialli – dall’enigma di un cadavere sconosciuto ad una bisca clandestina, da un misterioso fantasma allo scambio di gemelle- nei quali si ritrova coinvolto a causa dal suo fiuto da “sbirro”, che lo spinge ad investigare anche quando le circostanze non renderebbero l’indagine necessaria.
Come l’amico Montalbano, anche Collura si avvale di un aiutante molto fidato, il triestino Scipio Premuda, come pure della solidarietà e della collaborazione dell’intero equipaggio.
Vincenzo Collura è nei pensieri di Andrea Camilleri da molti anni, tanti quanti il suo commissario per eccellenza, Salvo Montalbano. Come lo stesso autore racconta, infatti, ai tempi del romanzo “La forma dell’acqua”, due cognomi tipicamente siciliani, Montalbano e Collura appunto, si contendevano la nascita. Ago della bilancia nell’ardua decisione fu la stima e l’amicizia che legavano Camilleri allo scrittore spagnolo Vazquez Montalbàn.
Nel 1998 il quotidiano la Stampa offrì a Camilleri una collaborazione estiva per una serie di brevissimi racconti gialli… “E subito è stato come una sorta di risarcimento nei confronti del commissario Collura: qualunque fosse diventata la funzione di questo personaggio che ancora non era nato, comunque si sarebbe chiamato Collura, visto che, poveraccio, era rimasto nell’anonimato rispetto a Montalbano che io avevo scelto come protagonista dei mie gialli. La seconda cosa che mi venne in mente, perchè mi piace scommettere con me stesso, era quella di avere la possibilità di fare delle indagini all’interno di un luogo esattamente delimitato. E’ un po’ il giochetto che spesso fa Agatha Christie quando sceglie l’Orient Express o un aereo per le sue storie. E quindi scelsi una nave da crociera perche’ offre una possibilita’ enorme di incontri con persone diversissime tra di loro. Nacque cosi il commissario di bordo. Il commissario di bordo non e’ un vero e proprio poliziotto: il commissario di bordo e’ soprattutto quello che si occupa del buon andamento dei croceristi, della crociera stessa e del personale di bordo, ma non e’ un investigatore. Allora mi vene in mente di farne un poliziotto momentaneamente a riposo che ha una certa deformazione professionale anche quando si trova a svolgere un compito che poliziesco vero e proprio non è.” (Andrea Camilleri)
Nel 2002 questi otto brevi racconti sono stati riuniti in un unico volumetto dall’editore Libreria dell’Orso. Una sorta di trait d’union collega tutte le storie attraverso una rituale domanda finale: ”E’ una crociera vera o virtuale?” . La risposta è quasi scontata…un finto cantante, un finto fantasma, una finta morta ammazzata ed – tra tutti – un finto commissario di bordo!
Certo è che chi si aspetta un novello Montalbano rimane deluso, perché Cecè è un personaggio poco delineato, scarsamente caratterizzato, che non ha avuto l’opportunità e il tempo sufficiente per evolversi e acquisire il fascino e il carisma dell’amico di Vigata. Tuttavia, Collura, per quanto non proprio a suo agio nell’ambiente nel quale si muove, è risolutivo, ironico e umano.
Osservati nella giusta prospettiva dunque, quella di brevi racconti da leggere sotto l’ombrellone, non si può non apprezzare lo stile inconfondibile di Camilleri, scorrevole, gradevole e accattivante anche in sole dieci righe.
Nell’intervista che chiude il volume Camilleri anticipa un possibile team up dei due commissari siciliani: aspettiamo con fiducia!
L’autore:
Nato a Porto Empedocle (Agrigento) nel 1925, Andrea Camilleri vive da anni a Roma.
Come egli stesso ama raccontare, non ha mai sostenuto l’esame di maturità perchè a metà maggio del 1943 il preside del liceo classico di Agrigento decise che sarebbe valso il solo scrutinio a causa dell’imminente sbarco in Sicilia delle forze alleate.
Regista, autore teatrale e televisivo, ha scritto saggi sullo spettacolo e pubblicato numerosi racconti e poesie.
La scrittura prende finalmente il sopravvento al momento dell’abbandono del lavoro come regista/sceneggiatore per sopraggiunti limiti di età..
Del 1978 è l’esordio nella narrativa con “Il corso delle cose” (Lalli), pubblicato gratis presso un editore “a pagamento” con l’impegno di citare l’editore stesso nei titoli dello sceneggiato TV tratto dal libro, “La mano sugli occhi”; il libro però non viene notato praticamente da nessuno.
Nel 1980 esce da Garzanti “Un filo di fumo”, primo di una serie di romanzi ambientati nell’immaginaria cittadina siciliana di Vigàta a cavallo fra la fine dell”800 e l’inizio del ‘900.
Ma è nel 1992, con l’apparizione de “La stagione della caccia”, che Camilleri diventa un autore di grande successo. Oltre alle opere ambientate nella Vigàta di un tempo, ci sono i gialli della Vigàta odierna del Commissario Montalbano, con l’invenzione del quale arriva il grande successo.
Montalbano è il protagonista di romanzi (il primo è “La forma dell’acqua”, del 1994) e racconti che non abbandonano mai le ambientazioni e le atmosfere siciliane.
Marta De Santis