MORROVALLE: Rassegna del Teatro Amatoriale
Sabato 10 febbraio: Quel Signore che venne a cena
Compagnia del popolo di Mesalia – Roma
A Morrovalle (MC), splendido paese medievale, già da un paio d’anni si celebra il rito del teatro. Che si tratti di rito – e non solo stagione di spettacoli – lo dimostrano la vitalità e l’impegno profusi nell’organizzare e nel proporre dall’Amministrazione Comunale e dalla Compagnia delle Rane che ne gestisce i ritmi.
Per Nietsche (cfr. La nascita della tragedia) il teatro nasce dal rito: la celebrazione del sacrificio di Dioniso, ricordato con l’uccisione di un capro (il tragos); per Sandro Gindro (cfr. Eros e Bios) teatro e rito nascono invece insieme, dalla narrazione di un ricordo: tutti ricordiamo; tutti esprimiamo teatralmente i nostri ricordi.
Ci piace ritrovare questo atteggiamento nelle molteplici iniziative organizzate a Morrovalle: dalle visite a Palazzo Lazzarini alle mostre fotografiche “storiche”; dalle “Notti di Guarnerio” agli spettacoli degli artisti più celebrati (in TV).
Troviamo che il teatro amatoriale, che deve raccogliere le ceneri del teatro popolare di un tempo, riscopra, nel modo più aderente il rito nel teatro.
La rassegna del 2007 prevede quattro titoli:
– La morte di un commesso viaggiatore, di Arthur Miller, compagnia “al Castello” di Foligno (PG);
– Quel signore che venne a cena, di Hart e Kauffman, compagnia “il popolo di Mesalia” di Roma;
– Come quillo che dice, di Nazareno Sardellini, compagnia “de Fonte Janni” di Morrovalle (MC);
– Rumors, di Neil Simon, compagnia “delle Rane” di Morrovalle (MC).
Lo spettacolo di sabato 10 febbraio è tratto da una sceneggiatura cinematografica del ’39 in cui Holliwood prende in giro se stessa, bonariamente, raccontando ambizioni, invidie e gelosie del popolo dei divi e dei fan. Un famoso scrittore, critico teatrale e cinematografico, Whiteside, capitato per caso a Mesalia, minuscola cittadina dell’Ohio, viene invitato a cena dal ricco industrialotto del luogo in cerca di mondanità. Siamo quasi a Natale e nel freddo inverno americano neanche le case dei ricchi vengono risparmiate dal gelo: sulla soglia d’ingresso, una lastra di ghiaccio fa scivolare Whiteside che s’infortuna. Il medico, aspirante scrittore e complice della famiglia Stanley, convince il famoso personaggio a rimanere loro ospite per due settimane. Da questa forzata convivenza nascono gag, comportamenti tirannici ed, infine, l’amore.
Come in ogni commedia che si rispetti il finale si tinge di rosa, ma con un epilogo divertente: ormai guarito nel corpo e nello spirito dai buoni sentimenti americani, Whiteside varca la soglia di casa per andarsene e incontra di nuovo la lastra di ghiaccio…
La compagnia amatoriale “il popolo di Mesalia” ha dato un’ottima prova di sé, coadiuvata in questo dalla gradevole ospitalità del popolo di Morrovalle: una menzione di merito va riconosciuta al bravo regista Andrea Ronchetti, serio e preciso nel condurre in questo gioco teatrale affettuoso i suoi attori, che vanno accomunati in un applauso senza distinzioni, constatando tuttavia alcune autentiche capacità professionali.
Se questa commedia fosse stata scritta da Sheakespeare, il grande autore inglese avrebbe fatto concludere dal personaggio più buffo messo in scena – e con aria improvvisamente drammatica – con una frase tipo “…noi di qua e voi di là…”; ma gli autori Hart e Kauffman, molto meno sadici e molto più WASP del “bardo inglese” hanno semplicemente riportato il protagonista sulla sedia a rotelle, per fingere che il bel mondo dei sogni e dei desideri riesca a riprodurre per sempre se stesso.
Il mondo “di qua” invece è assai diverso.
Quando, giorni or sono, parlavano con alcuni amici di Morrovalle e affermavamo che l’attività amatoriale consente realmente di avvicinarsi al rito del teatro volevamo intendere proprio questo.
pietrodesantis