Anno: 2017

Avventure dell’ascolto

Avventure dell’ascolto

Ho conosciuto Lorenzo Pavolini come esponente dell’Associazione Piccoli Maestri, che si pone l’obiettivo di far conoscere ed apprezzare i classici della letteratura nelle scuole.

La definizione di “classici della letteratura” è ampia e generica ma, in qualche maniera, circoscrive un comune denominatore basato sulla “qualità” della scrittura e sulla “sovranazionalità” degli argomenti.

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Si sente in fondo?

Si sente in fondo?

Avventure dell’ascolto narrate da Lorenzo Pavolini Giovedì 11 maggio 2017 ore 18:30 con Raffaele Bracalenti

Introduce Pietro De Santis

Sala convegni Istituto Psicoanalitico per le Ricerche Sociali – Passeggiata di Ripetta 11 –  00186 Roma

Il mondo delle voci e dei suoni, la radio al centro, è oggetto di questo libro quanto può esserlo la prospettiva dell’ascolto. Elementi diversi convergono per raccontare trasformazioni e possibilità di uno strumento – alleato della complessità e delle domande dell’uomo – capace di formare comunità, inventarle, distruggerle, consolarle. La scrittura di Pavolini, concentrata sulla ritmica discreta dell’ascolto, trae sostanza e forma nello smarcarsi dall’autocompiacimento, tenendo però fermo il punto di partenza autobiografico e interiore.

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Quei due

Quei due

Un tema di scottante attualità si propone, generalmente, attraverso due interrogativi: uno esplicito ed uno implicito. Nel caso di questo testo teatrale, la domanda esplicita si potrebbe formulare come: è giusto che due persone dello stesso sesso possano – per adozione o per gameti e/o uteri in affitto – avere figli? Il secondo implicitamente conseguente sarebbe: a quali valori morali potrebbero mai essere educati i figli di una coppia omosessuale?

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Il padre d’Italia

Il padre d’Italia

Sono andato a vedere questo film – ed ho invitato qualcuno ad accompagnarmi a suo rischio e pericolo – attratto dal titolo ingannevole e immaginando chissà cosa: un ‘temone’ sulla figura paterna, una visione sociale del ruolo attuale di padre… l’argomento non era quello sperato, sebbene comunque tratti l’argomento della paternità e tenti di aggiungere un punto di vista vagamente originale. Però il titolo andrebbe corretto: Il padre di Italia, senza apostrofo, sarebbe più esplicito essendo, Italia, una creaturina nata prematura ed abbandonata dalla madre in ospedale…

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