L’ultimo Sanremo
Sanremo, città in riva al mare: vi si coltivano i fiori; vi arriva una corsa ciclistica; vi si corre un rally automobilistico. Vi si organizzava, anche, un festival di canzoni italiane: l’ultimo è stato nel 2023, prima dell’abolizione. Sì, gioco al fantafestival…
Ho assitito, poco, all’ultimo Sanremo: non tanto interessato alle canzoni; non tanto interessato alle esibilizioni; non tanto interessato agli ospiti; incuriosito invece dalle notizie marginali e dai commenti. Se ne era cominciato a parlare mesi prima, con gli spot pubblicitari di avvicinamento: una corsa podistica, alla Forrest Gump, che non finiva mai;
le prime anticipazioni sui partners e le partners e sui partners delle partners del conduttore; le notizie sugli ospiti e i gossip. Avrebbe partecipato Fiorello: che noia! Sarebbe stata ospite Chiara Ferragni, che come Maria Montessori o Rita Parsi, non è una donna ma un’impresa commerciale: devolverà i propri guadagni in beneficenza… sì, vabbé. Sarebbe stato ospite Benigni, altra istituzione statale come il canone Rai: interessante sapere dove sarebbe andato a parare. Sarebbero venuti cantanti dai quattro angoli della terra, che poi è uno solo e sempre lo stesso, anglo americano; ci sarebbe stata la lettera coinvolgente del guerriero santificato; ci sarebbe stato il signor Fedez, cioè Federico Leonardo Lucia, marito dell’impresa Ferragni.
Mi incuriosiva la partecipazione di Paola Ogechi Egonu… ancor più, mi ha appassionato l’inizio delle critiche: non attacchi ufficiali, si intende, ma notizie da smartphone che la accusavano di non farsi gli affari suoi, per gli interventi sulle questioni sociali; la definivano sputa-sentenze prezzolata, voltagabbana, abituata al privilegio e a sputare nel piatto in cui mangia. Infine, a due giorni dal festival, mettevano in dubbio anche le qualità di giocatrice magnificando le sue sostitute e le sostitute delle sue sostitute visto che, nei tre mesi che ha lasciato l’Italia, non ha vinto mondiali, olimpiadi, giochi intergalattici e nemmeno l’ultima partita a tresette con il vecchietto del Bar Istambul.
Di fronte a queste accuse razziste la curiosità si è destata completamente. Però proprio non ce la facevo ad assistere al festival, perciò martedì ho saltato. Proprio martedì c’erano stati: Ferragni, Fedez, Benigni e, tra gli spettatori, il sig. Sergio Mattarella Presidente della Repubblica Italiana, in veste privata. Ferragni era vestita piuttosto nuda ed ha recitato un monologo che affermava la libertà della donna, non solo nei termini delle norme giuridiche ma, anche, nel coraggio di proporsi e nel rispetto della libertà individuale. Benigni parlava dell’art. 21 della Costituzione: “tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione”; Fedez faceva suo questo diritto costituzionale recitando un Rap, in cui la mandava a dire a Berlusconi, Meloni e Salvini e – fatto che ho grandemente apprezzato – stracciando la foto di un idiota mascherato da nazista, che attualmente pare sia viceministro in un paese affacciato sul mediterraneo: sembrerebbe l’Italia, ma non credo sia possibile… Comunque alla fine si è assunto ogni responsabilità, scagionando gli altri dalle prossime querele (che non gli faranno perché invece gli bruceranno due o tre automobili, barche o aerei privati).
Ma la cosa più interessante di tutte è stato il polverone sollevato dalla presenza non debitamente preannunciata – quasi “non autorizzata” – del sig. Sergio Mattarella: vero colpo di mano, di cui si sono discolpati tutti i dirigenti RAI temendo un terremoto politico. Il Presidente della Repubblica gliel’ha fatta: si è liberato degli accompagnatori istituzionali della maggioranza di governo. E’ stato a quel punto che ho pensato fosse l’ultimo Sanremo.
Guarda caso, l’indomani si è sparsa la voce che un imprenditore privato vorrebbe acquisire i diritti del Festival togliendoli alla RAI; sempre l’indomani, ho notato che il conduttore-direttore artistico ha menzionato un evento dell’Arena di Verona per la prossima estate, del quale si occuperà, il che significa che attende un licenziamento: cadrà senz’altro in piedi. So che c’è stato un idiota che, dopo avere cantato, ha preso a calci gli addobbi del palcosenico; un altro idiota invece, dopo avere lamentato in musica curiose scuse al padre defunto, ha bestemmiato andando via negando subito di averlo fatto, perché tutto fa spettacolo; una tizia è salita a cantare con un giocattolino erotico in mano e sai che scandalo…
Giovedì, in palestra, ho asistito ad una interessante discussione tutta al femminile: una bella signora – probabilmente progressista comme on dit – plaudiva al monologo della Ferragni; un’altra bella signora un po’ – anzi moltissimo – reazionaria gidava allo schifo degli abiti nudi: nessun maschio presente interveniva. Ho ammesso, a mio rischio e pericolo, che l’imprenditrice e influencer dimostra comunque un certo coraggio, mescolato al piacere dell’esibizionismo, come una vera persona di spettacolo. L’ingenuo che sono! Solo dopo ho capito, ascoltando gli stessi argomenti con le stesse parole, che entrambe le posizioni erano state diffuse belle e pronte in qualche formato social: consumismo pure quello.
C’è stata la serata Egonu: la giovane, bellissima e intelligente donna dichiarato di essere stufa di sentirsi chiedere se è italiana. I genitori, Nigeriani, sono venuti a vivere in Italia e sono divenuti cittadini italiani; Paola è nata in Italia, a Cittadella in provincia di Padova, ed è sempre stata italiana. Ecco, il giorno successivo le solite notizie-escrementizie hanno dichiarato che la signorina Egonu giudica gli italiani razzisti, perciò anche se stessa (per inteso gran parte degli italiani è razzista e xenofoba). Un famoso quotidiano di destra ha stilato il podio dei cattivi: primo Fedez, perché ha mancato di rispetto alla foto di un idiota democraticamente eletto (come Guglielmo Tell); secondo Blanco, perché aveva una brutta canzone e una brutta coreografia (ma soprattutto ha vinto Sanremo precedente cantando da gay); terza Paola (perché è nera e non vuole ammetterlo).
Per finire un po’ di musica. Ho scoperto Paolo Mengoni: ha cantato in modo visrtuosistico Let it be insieme al Kingdom Choir; ho amato Gianni Morandi che ha interpretato benissimo tre canzoni di Dalla, ma ne ho ascoltate due: Futura e Caruso. Interessante la dichiarazione del conduttore-direttore artistico di fronte agli attacchi di un uomo politico che si chiama Matteo Salvini: con il 66% di audience non sente il bisogno di replicare.
Perciò è stato l’ultimo Sanremo di: Amedeo Umberto Rita Sebastiani, in arte Amadeus; del Consiglio di Amministrazione della RAI e, forse, l’ultimo Sanremo in assoluto. Nessuno, però, tra gli auomini del Palazzo, ha avuto il coraggio di criticare apertamente il sig. Sergio Mattarella, in arte Presidente della Repubblica, per la benedizione data a chi ha il coraggio di esprimere le proprie opinioni.