SBALLARE PER CRESCERE? La prevenzione delle droghe a scuola
a cura di Alfio Maggiolini
collana Adolescenza, Educazione, Affetti diretta da G. Pietropolli Charmet
ed. Franco Angeli
pagg. 160, € 14,50
Il volume si presenta con una serie di interventi che affrontano il problema del consumo nell’ambito giovanile-adolescenziale, a coronamento di una ricerca svolta dal Ser.T. del Distretto 3 di Milano nel 2002 in ambito scolastico.
La scelta stessa del target, circa 700 studenti, indirizza già alla politica dell’intervento: coordinare gli sforzi degli educatori disponibili, cioè gli insegnanti, in una attività di prevenzione.
La formulazione teorica prende spunto dalla delimitazione dell’ambito di intervento – “nuove droghe, nuovi consumatori” – sottolineando la metamorfosi del consumatore negli ultimi 20 anni: se il tossicodipendente studiato negli anni ’70 e ’80 era connotato come malato (come si evince nel successivo testo unico della legge 309 del 1990) i nuovi consumatori sono soggetti normali ed i Ser.T., frequentati da utenti eroinomani la cui età media è in aumento, sono invece poco utili ai consumatori di nuove droghe, la cui età media è invece in diminuzione. Ne deriva che i Ser.T. non sono adatti a sviluppare nel proprio interno piani di prevenzione adatti ai nuovi consumatori e vanno individuati possibili interventi alternativi attraverso unità mobili che possano andare incontro ai giovani (spazi d’ascolto e counseling) o figure professionali che, per la stessa natura del proprio lavoro, siano direttamente in contatto con gli adolescenti (insegnanti).
La nuova modalità d’ascolto deve anche prevedere una “deroga” alla tutela della riservatezza e accettare che i giovani si presentino in compagnia di amici che possano svolgere azioni di sostegno e di accompagnamento, perché il bisogno di figure adulte che aiutino a crescere non venga annullato dalla percezione di una veste inquisitoria.
Per avere parametri d’ascolto coerenti con le richieste adolescenziali, l’operatore adulto deve essere consapevole della coerenza interna tra cultura adolescenziale e modalità di consumo delle sostanze: la lettura del mondo giovanile lo descrive come ossessionato dalla cultura della massima prestazione, affermata in età sempre più precoci, e dell’emozione come esperienza fine a se stessa.
Proprio l’inafferrabilità dei nuovi consumatori, il cui comportamento “anormale” non è connotabile, e la loro giovane età spinge a ritenere il luogo di prevenzione elettivo l’ambito scolastico.
La scuola, a causa dei forti cambiamenti socio-economici degli ultimi anni, si configura attualmente come “luogo del trauma” in cui si realizzano le prime vere relazioni tra pari e si affrontano i primi veri confronti con le richieste del mondo esterno. In questo luogo l’adolescente va alla ricerca del docente “mentore” capace di cogliere ed esaltare le qualità interiori che egli sente di possedere; inoltre nel corso degli ultimi quindici anni egli è stato anche in grado di operare una sessualizzazione della scuola che, da “tempio della conoscenza”, è divenuto di fatto il luogo dello sviluppo “psicosessuale”.
Da queste premesse la prevenzione va inquadrata in ottica evolutiva; se il rischio si manifesta come un mancato adattamento tra le esigenze evolutive personali ed i contesti di sviluppo in cui queste si possano esprimere l’azione si svilupperà su quattro livelli:
– informazione
– educazione affettiva
– influenza sociale
– promozione della competenza.
Gli insegnanti che si predispongono ad attivare programmi di prevenzione debbono anche confrontarsi con la tendenza sempre più marcata di giocare agli adulti, conseguenza delle stesse dissennate pratiche educative e consumistiche, che spingono verso l’annullamento delle logiche infantili e adolescenziali, ed abbassare le ansie da prestazione educando ad una percezione del tempo non ostativa all’ottenimento del piacere.
pietrodesantis