Il cretino in sintesi
Franco Lucentini Carlo Fruttero
Saggio, Italia 2002
299 pp.
Prezzo di copertina € 15
Editore: Mondadori, 2002
ISBN 8804502924
“La madre del cretino è sempre incinta”, dice un antico proverbio, ed è da questa ipotesi che si sviluppa questo saggio. Dai leggendari sette peccati capitali fino ad arrivare ai recentissimi mondiali di calcio in Giappone, si ripercorre la storia umana del “cretino”, che rispecchia senz’altro l’uomo comune, studiato e osservato in tutti gli aspetti della sua vita, pubblica e privata. Si affrontano gli argomenti più disparati, dal “gratta e vinci”, gioco brevettato per una clientela di minori mentali, ad uno dei principi enunciati da Napoleone, (e forse tuttora valido) secondo cui “alla folla bisogna offrire feste rumorose, perché gli imbecilli amano i rumori e la folla è fatta di imbecilli”. In brevi paragrafi, sono elencati in maniera incessante tutti i difetti del “cittadino”, e, nello specifico, quelli della donna e dell’uomo. Le donne, ad esempio, non sono “mai contente, mai tranquille, sempre a volere qualche altra cosa, a rimpiangere una situazione, un’altra camicetta, un’altra estate, un altro parrucchiere”. Nulla sfugge all’occhio critico degli autori, che ci regalano, dopo una sintetica discussione su questioni linguistiche, un breve dizionario politico che ha l’intento di fornire “un elenco di luoghi comuni da proibire, volenteroso discendente dell’Indice istituito da papa Paolo IV nel 1559”.
Il cretino in sintesi: l’impotente sfogo di una minoranza
Non possiamo essere i primi? Benissimo, e allora saremo gli ultimi! Non promette nulla di buono, una simile unicità al negativo. Sfiora sornionamente il Vangelo, dove com’è noto le priorità alla fine s’invertono; e non presenta la sana, fredda solidità del pessimismo autentico. Basterebbe un niente, ci diciamo inquieti, basterebbero quindici gol di Totti in Giappone per far ripartire il ciclo in senso inverso e far ridiventare l’Italia l’unico paese al mondo che si monta la testa per aver vinto un mondiale di calcio
Questo libro è la sintesi aggiornata dell’esauriente trilogia sull’argomento: La prevalenza del cretino, La manutenzione del sorriso e Il ritorno del cretino, nonchè il frutto di una trentennale riflessione. E’ presentato come il trattato definitivo su una figura dominante nella nostra società. Fruttero e Lucentini hanno voluto suggerire il ritratto del “cretino” nelle sue sempre nuove incarnazioni, per ripetere ancora una volta, dall’alto della loro “illuminato pensiero”, che la “razza” di cui si parla è straordinariamente prolifica, e soprattutto inconsapevole della propria follia e idiozia. I comportamenti presi in considerazione vanno dalla teologia al turismo d’arte, dal calcio alla politica, senza trascurare i vizi femminili o le superstizioni comuni. Le loro penne non risparmiano nessuno, colpiscono indifferentemente la folla anonima e i personaggi pubblici, non ultimi Gorge Bush o Gigi Marzullo. I nostri autori si presentano ambiziosamente come ambasciatori delle “passioni di una minoranza”, e si ostinano a concedersi uno sfogo impotente per godere di una “lieve consolazione”, seppur convinti di uscire perdenti nel confronto con la folla di “imbecilli”. Una critica pungente, ma troppo spesso banale, è il filo conduttore di questo libro, nato forse per dimostrare che siamo tutti minus habens, tranne pochi eletti, che riescono a sfuggire ai falsi sentimenti, al consumismo, alle frasi fatte, all’interesse personale, insomma a tutti i difetti umani!
In queste pagine si criticano le generalizzazioni, eppure se ne fa un uso spropositato. La polemica è tanto spietata quanto banale e noiosa, e fatta solo di luoghi comuni. Ci sono molte citazioni colte incastrate a forza in un elenco interminabile di critiche, proposte sottoforma di racconti storici, o ricordi personali. Perdibile.
martadesantis