Pasta e ceci alla romana
“Che si possa mangiare però malissimo, pur restando nel segno della più schietta tradizione e avendo a favore anche il fascino di un ambiente suggestivo ce lo ha provato l’Osteria Margotta, nell’omonima via, la quale può essere considerata un monumento all’occasione perduta. Tutto nel locale parla di Roma e dell’arte, e nell’aria sembra di percepire segrete vibrazioni che neppure la banalità di certe dame gracchianti e commendatori col sigaro riescono a soffocare. Però, fin da subito, c’è qualcosa che gela, nell’accoglienza sbadata,nel servizio frettoloso e sommario, nell’esposizione disadorna dei vassoi d’antipasti.
Stando poi seduti a tavola ci si rende conto che la cucina è un vero disastro. Da un’osteria che pretende di essere nella tradizione più ruspante non ci si aspetta certo l’estenuato estetismo della «nouvelle cuisine», né la sontuosità di barocche e ricciolute preparazioni, ma almeno la consolazione colorita della cucina già invitante allo sguardo. Invece gli antipasti sono miseri e scialbi, le trenette scotte immerse in un pomodoro pallido e dolciastro, la pasta e ceci ha il colore ed il sapore che ricordano la sciacquatura dei piatti…” (I farfalloni, Psicoanalisi Contro n. 22, maggio 1996).
Affinché non sembri una risciacquatura di piatti, per 6 persone preparatevi:
250 grammi di ceci,
300 grammi di cannolicchi (militari),
4 filetti di acciughe dissalate,
4 pomodori spellati,
3 o 4 spicchi d’aglio,
2 rametti di rosmarino,
sale,
olio,
peperoncino o pepe.
I ceci, se sono secchi, vano ammollati almeno dalla sera prima, in acqua con un pizzico di bicarbonato.
In una pentola di coccio soffriggete due spicchi d’aglio, nell’olio; dopo aggiungete ceci, rosmarino, sale quanto basta e peperoncino o pepe abbondante. Si copre tutto con l’acqua.
Intanto, in un altro pentolino, si soffriggono altri due spicchi d’aglio cui si aggiunge il pomodoro fatto a pezzetti e le acciughe tritate: si lascia sobbollire per un po’ quindi si aggiunge al tegame in cui cuociono i ceci aggiungendo, se necessario, ancora acqua a coprire. Quando l’acqua bolle aggiungete la pasta (se volete togliete prima gli spicchi d’aglio e il rosmarino).
La pasta deve essere cotta al dente. Servite aggiungendo olio crudo e pepe o peperoncino a piacere. Io la preferisco in bianco con il peperoncino.
Il vino che vi consiglio è un buon Trebbiano di Aprilia.
Rossana Di Franco