Strisce pedonali
Roma, ventisei marzo, giovedì
In questi giorni di scarse uscite – per validissimi e documentatissimi motivi – c’è modo di imparare qualcosa attraverso la pura e semplice osservazione, acuita dalla carenza di contatti umani. Propongo alcuni esempi.
A causa del virus bisogna prestare attenzione nell’attraversare la strada sulle strisce pedonali.
Non è la fake news che sulle strisce pedonali il virus resista dalle 48 alle 72 ore – prima o poi da qualche parte lo leggeremo – ma il fatto che i pochi automobilisti in circolazione sono diventati assassini e non si fermano dinanzi ai pedoni indifesi. Sono soprattutto pericolose le signore che viaggiano sole indossando la mascherina: attenzione, hanno licenza di uccidere! Non si arrestano davanti a nulla e nessuno; esprimono la massima determinazione omicida contro chiunque si avventuri sulle strisce, con l’intenzione di gettare spazzatura: lo riconoscono di lontano dai sacchetti colorati e accelerano poi, avendolo mancato il più delle volte per fortuna, si voltano e guardano con disprezzo. Fuori dalle strisce pedonali il rischio è minore perché il pedone è più circospetto: meglio attraversare fuori dalle strisce, oppure attrezzarsi con un binocolo?
A causa del virus siamo tutti interpreti di “grande fratello” domiciliari e, per questo motivo, sentiamo il bisogno di litigare – spesso con insulti pesanti – per i motivi più banali; purtroppo non sono consentite espulsioni dalla casa. Ciò altera i ritmi diurni ma anche la vita onirica: a tale proposito posso riferire un sogno ascoltato da una ragazza “fuori sede” che condivide l’appartamento con altre quattro persone. Ha sognato il proprio amato fratello litigare furiosamente con la compagna, che a lei non piace, e cacciarla di casa. La sognatrice, che mi è molto simpatica, ebbe un alterco con una coinquilina che ha lo stesso nome della cognata. Si sa che i sogni realizzano ciò che la realtà non consente, ma il caso è reso più interessante dai nomi: la simpatica ragazza ha sognato il fratello per scacciare l’altra inquilina, oppure ha litigato con lei per scacciare la cognata?
Alcune persone debbono assolutamente trasgredire i divieti. Premesso che tutti eviteremmo questa situazione assurda e demenziale se controllassimo i comportamenti semplici – ma ciò oltrepassa la volontà umana –, mi sembra possibile individuare alcuni tra i motivi che spingono alla rottura dei divieti. Il primo, assai serio, consiste nel “diniego” cioè nella cancellazione di una porzione del mondo reale, che non ci piace. Si tratta di un atteggiamento preoccupante e frequente: le fake news lo dimostrano. Il secondo motivo è il timore dello “stigma”; esso si lega agli interessi personali più o meno loschi: chi ha uno stipendio fisso, accreditato in banca a fine mese, non fa parte di questa categoria; ne fanno parte i grandi imprenditori e i politici, che temono il disastro economico e d’immagine, oppure i piccoli e piccolissimi lavoratori autonomi che temono l’emarginazione, il dramma della mancanza di reddito e la perdita di qualche privilegio, fosse anche la cura di un dente. Si spingono a negare il contagio fino allo stremo.
Altro motivo è la drammatica paura della solitudine, dalla quale qualcuno tenta di fuggire come l’anatra di Pierino e il lupo: nuotava tranquilla nello stagno ma, vedendosi sola, si precipita follemente verso il prato…