I misteriosi Incontri di Musica Sacra Contemporanea
2024: Sono tornati gli Incontri di Musica Sacra Contemporanea nella Settimana della Memoria a Lecce (Basilica di San Giovanni Battista al Rosario) 25/01/2024 ore 20:00; a Bari (Chiesa di San Ferdinando) 26/01/2024 ore 20:00 e a Roma (Basilica di Santa Maria in Ara Coeli) 28/01/2024 ore 18:00
L’idea di Sandro Gindro, lanciata nel lontano 1988, era di coinvolgere i compositori in una meditazione sul tema del sacro, invitandoli a scrivere opere concepite per questa manifestazione ed eseguite in prima esecuzione assoluta.
Foto: Concerto in Santa Maria in Ara Coeli – 28 gennaio 2024
Il tema del sacro si declina in termini religiosi e civili; il suo riflesso è culturale e sociale e propone la prossimità tra gli esseri umani, attraverso l’ascolto e il rispetto. Quando il suono ottuso delle armi sovrasta la sofferenza e la speranza, non si può restare indifferenti: ad esso vogliamo contrapporre il desiderio di pace espresso anche attraverso la musica, il racconto della bellezza e del mistero che affermano l’amore per la vita e testimoniano la dignità in tutto ciò che esiste.
In questo scorcio di secolo, si è affermata la tendenza ad anticipare bisogni e desideri, esaltandone alcuni più di di altri, probabilmente in vista di un progetto economico; così, talvolta, l’ingenuità di chi consuma spoglia di significati i gesti personali, le ricorrenze sociali, le campagne di solidarietà, tramutati in forme vuote e trasforma il pensiero in un meccanismo di adesione alle offerte commerciali. Le riflessioni di Gindro sottolineano, al contrario, come sia presente e rilevante nell’inconscio il desiderio del sacro, religioso o laico, individuale o sociale: si tratta di un pensiero che spinge a separare luoghi e tempi speciali dalla quotidianità ripetitiva, faticosamente popolata di invidie, rancori, ipocrisie. La riflessione su ciò che è sacro apre le porte socchiuse, risveglia le sensibilità assopite.
La settimana dedicata al Giorno della Memoria per noi è sacra e coincide anche con la nascita di Mozart, la cui musica straordinaria mette in evidenza il Sacro, sempre. Il concerto degli Incontri di Musica Sacra Contemporanea propone sei brani in prima esecuzione assoluta, una composizione di Sandro Gindro recuperata dagli archivi e un piccolo capolavoro del grande musicista salisburghese: è un invito alla riflessione e al ricordo, al rispetto della dignità umana; rivolge l’attenzione ad ogni condizione esistenziale: a chi soffre a causa della guerra; a chi non ha futuro a causa dell’indigenza; a chi lotta per mantenere la propria personalità nonostante il tormento delle malattie; a chi è escluso per il colore della pelle o l’etnia o le scelte politiche e culturali.
Ada Gentile – Un ricordo – 2023 prima esecuzione assoluta – per orchestra
Il tema della “memoria” è l’elemento che caratterizza le mie ultime opere (“Ansia di pace”, “Supplica a mia madre”, “Staccato dal mondo”). Il passato ci dà la consapevolezza di ciò che si è e di ciò che si fa; il rapporto che ci lega al tempo trascorso ci fa comprendere come sia importante la rilettura dei testi a noi cari dandoci così la possibilità di reinventare le varie pieghe dell’ascolto. Questo brano per orchestra sinfonica è stato scritto nell’estate del 2023 e si ispira, come altre opere recenti, ad un radicalismo lucido e rarefatto. Gli interventi decisi delle percussioni, gli interventi degli archi creano un pedale fisso, gelido e costante. I timpani e la grancassa sono gli elementi che caratterizzano il suono di quest’opera. Dopo il lungo silenzio risonante impresso da esasperanti corone, i legni ed i violini disegnano una melopea al tempo stesso tesa e sinuosa che conduce al finale in cui il suono dell’orchestra si assottiglia sino ad evaporare in un dolcissimo “al nulla”. Il pezzo è dedicato a Sandro Gindro, uomo di grande carisma che ho avuto il piacere di conoscere nel 1988.
Federico Bonetti Amendola – Di furia e di quiete – 2023 prima esecuzione assoluta – per soprano e orchestra d’archi
versi tratti dal Salmo VI e dal Salmo VIII
La composizione, della durata di circa 7 minuti, è formata da due frammenti, di carattere profondamente diverso ma altrettanto profondamente tra loro legati. Nel primo movimento, il più breve, il testo latino di alcuni versetti del Salmo VI evoca la furia, sia quella castigatrice di Dio, ma anche quella dell’uomo che supplica Dio di placarsi, giunto ormai al limite della sopportazione: «O Signore,
non correggermi nella tua ira, non castigarmi nel tuo sdegno […] abbi pietà di me […] risanami! Liberami! Salvami!». Nel secondo movimento, più lungo, tratto dal Salmo VIII, c’è invece la quiete della contemplazione del nome di Dio e del riconoscimento del ruolo dell’Uomo nella creazione e nell’universo: «O Signore, nostro Dio, quanto è grande il tuo nome su tutta la terra […] che cosa è l’uomo
perché te ne ricordi e il figlio dell’uomo perché te ne curi?»; nella mia idea un Cantico francescano ante litteram. Furia e quiete sono strettamente connessi nella condizione dell’uomo di oggi, ogni giorno lacerato e al tempo stesso salvato.
Marco Sollini – Preghiera op. 54 – 2023 prima esecuzione assoluta – per clarinetto e orchestra d’archi
La Preghiera op.54 per clarinetto e orchestra d’archi è una breve paginarealizzata nel dicembre 2023 che proviene dalla precedente Ave MariaLauretana op. 32 (2016), composta per voce e pianoforte ed ispirata alSantuario della Madonna di Loreto, nelle Marche. È stata rielaborata perclarinetto solista e orchestra proprio per i concerti degli Incontri di MusicaSacra Contemporanea ed in memoria di Sandro Gindro, cui è dedicata. Un branodal colore intenso e dalla cantabilità profonda, resa anche dal suono caldo delclarinetto che si vede accompagnato da delicati e suadenti arpeggi degli archi.Questa pagina, nella sua semplicità, rievoca colori antichi dal sapore romanticoed esprime teneri sentimenti e profonda devozione.
“Sono felice per questo invito degli Incontri di Musica Sacra Contemporaneache rievoca un periodo speciale della mia vita e della mia amicizia con SandroGindro, della sua affettuosa vicinanza in un momento delicato della mia vita,della condivisione di tanti momenti musicali e di una mia crescita personale cuiè stato prezioso mentore.” (Marco Sollini)
Paolo Lepore – Dona Nobis Pacem – 2023 prima esecuzione assoluta – per orchestra
Il brano è stato concepito inizialmente come riflessione sul tema della memoria.Ma gli ultimi drammatici momenti, scanditi della guerra in Ucraina, daltremendo massacro in Israele e dal conflitto violento nella Striscia di Gaza e inPalestina hanno deviato il pensiero verso un desiderio, una richiesta,un’implorazione di pace. Prima della memoria c’è la pace; in assenza della pacenon c’è memoria ma dramma, confusione, incertezza.
Il brano inizia con squilli di tromba che gettano l’allarme, destano inquietudinepoi, man mano, l’impianto musicale evolve verso una richiesta di quiete espressaattraverso un ritmo lento sempre più silenzioso, degli archi: una preghiera, undesiderio, una pensiero nella mente, un silenzio.
Martina Cavazza Preta – Kénosis – 2023 prima esecuzione assoluta – per soprano e orchestra
Nel secondo capitolo della lettera ai Filippesi, scritta da Paolo una ventina di anni dopo la morte di Gesù di Nazareth, compare l’aggettivo “kenòs”, ovvero “vuoto, spoglio”. Il processo di kènosis, di “svuotamento”, viene citato nell’inno che descrive il percorso, apparentemente paradossale, di Gesù: egli, infatti, “pur essendo nella condizione di Dio, non ritenne un privilegio l’esser come Dio, ma svuotò se stesso,
assumendo la condizione di servo, diventando simile agli uomini” [Filippesi 2: 5-8].
La kénosis, che consente il distacco da ogni forma di egoismo, si rende necessaria per la costituzione della vita comunitaria. Secondo un’interessante interpretazione del teologo Giuseppe Florio nel suo omonimo libro dedicato al tema, infatti, proprio il concetto della kénosis avrebbe unito le prime comunità cristiane, spinte dall’esempio di Gesù a sentimenti di solidarietà e di comunione tra gli uomini.
Il brano Kénosis, su testo liberamente tratto dalla lettera di Paolo, nel tentativo di tradurre in termini musicali il suo insegnamento, si poggia su una struttura formale lineare e un’orchestrazione piuttosto scarna, appunto, “spoglia”. La stessa voce subisce il procedimento della kénosis: non è protagonista assoluta e non si abbandona a virtuosismi, ma comunica il suo messaggio rimanendo soltanto una delle componenti del discorso musicale complessivo.
Sulla traccia ideale del minimalismo sacro dei paesi baltici, di cui Pärt e Gorécki sono ad oggi gli esponenti più noti, l’essenzialità della partitura non ne compromette l’impatto emozionale, ma anzi, vuole rendersene veicolo. L’apice drammatico è il momento della crocifissione, evento cui partecipa l’intera compagine orchestrale.
È tuttavia previsto il ritorno ai pianissimi degli archi che, insieme all’arpa, accompagnano delicatamente la voce nel corso dell’intero brano, quasi statici come le pareti di una chiesa romanica, ancora lontane da ogni tentazione barocca.
Lamberto Lugli – Profondo – 2023 prima esecuzione assoluta – per orchestra da camera e voce recitante
La composizione è ispirata ad uno stralcio del “Dialogo I”, ovvero Canto della Vita che fa parte della trilogia “Dialogo I” (Canto della Vita) “Dialogo II” (Canto della Morte), Dialogo III (Canto della Speranza) raccolti nel volume “Teatro di Mauro Crocetta”, pubblicato nel 1977.
Mauro Crocetta (1942–2004) mostra in tutta produzione letteraria ed artisticala propria origine ossia l’essere figlio di quella Magna Grecia nella quale regnò lavisione classica e, dunque, equilibrata della vita. Poesia, teatro, narrativa escultura fanno parte di un unico mosaico che trova straordinario compimentonella musica.
Il brano, pensato come un melologo, sovrappone in modo minimo la parola alsuono. Questo è per ferma volontà e convinzione del compositore di rispettare ilsenso e la profondità del testo di Mauro Crocetta il quale dichiara in modoperentorio che “… l’amore è l’unica verità che un uomo può raggiungere”.L’intento è, attraverso le parole, i suoni ed i “gesti” dell’orchestra, di far emergeree di esaltare quel che di vero e profondo giace nell’animo umano: l’amore.Nonostante ciò, l’eterna lotta tra la ragione e il sentimento è messa in evidenzadall’avvicendarsi dei vari momenti musicali che possono essere di pacatasoavità, ma anche di totale smarrimento.
Il finale è pensato come sovrapposizione e avvicendamento del sentimento edella ragione o viceversa. Simbolicamente essi sono rappresentati da accordiche alternandosi e sovrapponendosi determinano la realtà del nostro vivere inperenne ricerca della verità. L’eterno conflitto dell’uomo, attraverso la ragione,tenta di spiegare la vita, cui solo l’amore può dare un senso compiuto.
Sandro Gindro – La Speranza – 1993 prima esecuzione assoluta nel nuovo millennio – per orchestra
La speranza è una delle tre virtù teologali: Fede, Speranza, Carità. È la piùpiccola delle tre virtù, sottolinea Papa Francesco, ma è anche la piùprofondamente umana. È la virtù di chi soffre, di chi attende, di chi desidera. Inun periodo come il nostro, attraversato da guerre tanto tremende quantoinattese, è la piccola luce che si intravede anche nei gesti di una semplicequotidianità. Il brano fu concepito nel 1993, ed esprimeva il desiderio che siinterrompesse una guerra inattesa, quella serbo-bosniaca, che causò circacentomila morti; oggi come allora il tema è quantomai attuale.
La composizione si divide in tre parti: nella prima, un ingresso molto sostenutodegli archi precede l’inclusione dei fiati in una melodia che pian piano sifrantuma, attraverso dissonanze, fino a diventare un esile dialogo tra archi efiati. Nel secondo movimento il dialogo prosegue con accenti delicatissimi ecambi di ritmo. Il terzo movimento vede un episodio iniziale rapidissimo, all’unisono di violini e violoncelli, lasciare spazio alle voci degli strumenti a fiato, qua e là sostenuti da note lunghe degli archi; il brano si conclude con la ripetizione dell’episodio concitato con cui era iniziato.
Wolfang Amadeus Mozart – Laudate Dominum – 1780 per soprano e orchestra dal salmo 116
Il brano mozartiano, eseguito a conclusione della rassegna di musica contemporanea, è la quinta delle sei parti dei Vesperae solemnes de confessore (K 339). I Vesperae furono scritti nel 1780 in occasione della solennità liturgica di un santo confessore, ossia di un martire della Fede. Questo fu l’ultimo lavoro composto da Mozart al servizio dell’Arcivescovo di Salisburgo. Con tale opera, venne praticamente a cessare ogni rapporto ufficiale tra la Chiesa cattolica e Mozart che non ricevette mai più una commissione ufficiale né dalla Cappella di Corte né dalla Cattedrale di Santo Stefano. La fine della servitù salisburghese significò per Mozart l’inizio di un nuovo modo di concepire la musica sacra, da
libero compositore, slegato dalle richieste limitanti degli ambienti ecclesiastici.
I Vesperae solemnes sono l’ultimo frutto lieto dell’ecumenismo mozartiano, sviluppato come compromesso tra lo stile contrappuntistico antico e lo stile «moderno». La scrittura delle parti vocali oscilla tra episodi di facile polifonia a imitazione in cui gli interventi dei solisti non si discostano dalla tradizione.
Cuore dell’intera composizione e rifugio di un’intimità soggettiva già libera è proprio il «Laudate Dominum», un’aria per soprano che sfuma delicatamente il proprio arco lirico entro un suggestivo alone su un accompagnamento di sestine.
Laudate Dominum affida l’esecuzione del testo a un soprano solista e al coro, che interviene solo nel finale: in questa versione, le voci del coro sono sostituite dal quartetto di fiati.
La scelta di questo brano, come conclusione del concerto, è un duplice omaggio: a Gindro, da sempre innamorato della musica mozartiana, e allo stesso Mozart per il 267° compleanno (27 gennaio 1756).
Soprano: Marta Vulpi; Voce Recitante: Leo Lestingi (Lecce e Bari) Roberto Murra (Roma)
Orchestra Sinfonica di Lecce e del Salento Direttore Paolo Lepore
la durata del concerto è stata di sessanta minuti circa; l’ingresso era libero
La manifestazione è stata organizzata dall’Istituto Psicoanaliticoper le Ricerche Sociali – IPRS ets in collaborazione con l’Associazione Chorus JSO e l’Orchestra Sinfonica diLecce e del Salento (OLES).
Un ringraziamento va ai Frati Minori della Basilica dell’Ara Coeli e al Fondo per gli Edifici di Culto.