Middlesex

Middlesex

Il romanzo inizia a Bitinio, microscopico villaggio greco in Asia Minore: il bel Eleutherios Stephanides, Lefty, è innamorato di sua sorella Desdemona. A causa della guerra tra Greci e Turchi i due fuggono verso il mare, a Smirne, sperando di mettersi in salvo ma, al contrario, si trovano in una città circondata e incendiata e i molti residenti greci restano vittime di un massacro odioso. Per sfuggire all’incendio e alle violenze più immediate, i  due fratelli si gettano in acqua e vengono raccolti da una nave inglese che li porta ad Atene; da qui riescono a emigrare negli Stati Uniti. Non hanno più parenti, a parte Sourmelina, cugina carnale che vive a Detroit. Sulla nave che li porta nel nuovo mondo decidono di rompere le convezioni sociali e sposarsi, approfittando di una situazione abbastanza confusa. Quando raggiungono Detroit e si presentano come coniugi, Sourmelina a sua volta libera dalle convenzioni sociali in termini di sesso, aderisce al loro segreto. Gli sposi fratelli, che sono anche cugini di secondo grado a causa delle complesse relazioni di parentela di Bitinio, hanno due figli: Milton, che sposa sua cugina Tessie – figlia di Sourmelina – e Zoe, unita a un prete ortodosso, Padre Mike. I due cugini carnali, Milton e Tessie, mettono al mondo a loro volta due figli: Chapter Eleven, maschio, e Calliope detta Callie (poi Cal) pseudoermafrodito che cresce come ragazza.

Il racconto si dipana attraverso i persorsi mentali e le ricostruzioni storico-sociali di Cal, bell’uomo quarantenne con un piccolo problema in quel posto lì, ma persona del tutto consapevole e aderente alla sua condizione.

Fino ai quattordici anni, nei panni di Callie, era vissuto nell’incosapevolezza propria e della famiglia, nonostante alcuni accidenti potessero suscitare dubbi in merito al genere sessuale. Poi l’innamoramento per la migliore amica e le entusiasmanti esperienze sessuali sembravano instradarla verso il lesbismo, fin quando un incidente fece innescare il meccanismo del riconoscimento: al pronto soccorso le venne rivelata la natura di pseudoermafrodito. Lo specialista di New York, il Dr. Peter Luce cui si rivolsero, delineò la spiegazione scientifica del fatto: la mutazione di un gene (che codifica la 5a-reduttasi, enzima che converte il Testosterone nella forma attiva Diidrotestosterone). Il problema genetico si manifesta solo se il gene è mutato in entrambi gli alleli di entrambi i genitori: questo avviene prevalentemente nelle unioni tra consanguinei o appartenenti a piccole comunità, come Bitinio. Insomma, bisogna proprio essere bersagliati dalla sorte.

Nelle settimane successive lo specialista convinse i genitori a procedere con l’intervento medico chirurgico di riassegnazione del sesso, fissando definitivamente l’aspetto femminile nel quale Calliope era cresciuta. Ma Callie voleva seguire la propria natura genetica: assunta l’identità maschile di Cal, fuggì da New York. Attraversato il paese in autostop fino a San Francisco, dopo qualche traumatica esperienza, divenne la principale attrazione di uno spettacolo di burlesque, come Ermafrodito.

Nei mesi successivi Milton, che cercava disperatamente Callie, cominciò a ricevere telefonate da un uomo che affermava di avere notizie della ragazza: era disposto a rivelarle in cambio di 250.000 dollari. All’appuntamento, Milton riconobbe Padre Mike e, in un grottesco inseguimento automobilistico perse la vita precipitando nel fiume. Contemporaneamente,  venne perquisito il locale dove lavorava Cal; il minorenne venne rispedito a casa e affidato alla custodia del fratello, ancora in tempo per i funerali del padre. Durante la cerimonia Cal rimase con la nonna Desdemona dalla quale ebbe la rivelazione che lei e il marito erano fratelli, in cambio del silenzio fino alla sua morte.

Zoe divorziò dal marito padre Mike e andò a vivere in Florida con la cugina Tessie. Chapter Eleven disperse il patrimonio familiare e Cal iniziò la sua vita di maschio, trovando una propria dimensione e una collocazione nel mondo anche per la sfera sentimentale.

Il romanzo, interessante e ben scritto, pubblicato nel 2002 ha vinto il premio Pulitzer nel 2003. Jeffrey Eugenides racconta se stesso come una sorta di Forrest Gump, che attraversa direttamente e indirettamente alcune vicende sociali di grande impatto: lo storico allevamento dei bachi da seta, la guerra Gerco Turca, la parabola sociale ed economica della città di Detroit, la guerra di Corea, la scoperta della genetica, la rivendicazione di un’appropriata indentità di genere, l’idea di un possibile rinnovamento sociale e sessuale.

Tento di dipanare, almeno un po’, i complicati intrecci della storia iniziando dal titolo Middlesex il cui un significato è duplice: è il sesso di mezzo ma anche il quartiere residenziale di Detroit, nel quale la protagonista trascorre la propria adolescenza. Come in altri romanzi del settore gender, la narrazione inizia molto prima dell’entrata in scena del diretto protagonista: ciò serve a spiegare i motivi sociali e di genere. In questo racconto, a differenza di altri, manca la tipica autocommiserazione e piuttosto predomina l’ironia; la lunga trattazione delle genealogie, come nella Bibbia o nei miti greci, ha un preciso valore scientifico e sociale: i vari e necessari incroci che spiegano tecnicamente la patologia rara vengono sostituiti dagli intrecci della lunga vicenda famigliare. L’importanza simbolica dei bachi da seta – che dalla Cina sono arrivati in Turchia e da Bitinio a Detroit – non è superflua: rappresenta l’equivalente della trasmigrazione dei geni, che viaggiano nello spazio e nel tempo per realizzare un certo evento in un certo luogo.

Interessante l’idea dell’autore di indagare il mondo dell’antropologia per spiegare l’evoluzione dei comportamenti sessuali e l’attribuzione dell’identità di genere: il metodo del cucchiaio ruotato sulla pancia della gestante per indovinare il sesso del nascituro; l’attribuzione implicita o esplicita dell’identità di genere da parte della famiglia, che esula dalle caratteristiche sessuali o preferisce ignorarle; la libertà sessuale nascosta dagli atteggiamenti severi in apparenza; la promiscuità che si ripropone, intatta, dai racconti biblici e dalla mitologia greca fino ai nostri giorni.

Cal racconta in maniera serena la sua condizione di vita professionale – funzionario statale di stanza nei paesi stranieri, in Germania per l’esattezza – dopo essere sfuggitto al ghetto della sessualità trasgressiva a pagamento e alla conseguente emarginazione; racconta infine con qualche emozione l’amore eterosessuale impossibile che, forse, diventa possibile… facendolo strano

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