Categoria: Libri

Una ‘narrazione’ di antonio Pizzuto

Una ‘narrazione’ di antonio Pizzuto

“Dette le bugie…”  Signorina Rosina

Giovedì 23 marzo 2017, ore 17.00 – Auditorium ICBSA, Palazzo Mattei di Giove, via Caetani 32

Introduzione: Massimo Pistacchi

Presentazione di Antonio Pane

Anna Maria Milone: Sulla scrittura di Antonio Pizzuto

Pietro De Santis: Pizzuto e l’inconscio rivelato

Dagli Archivi dell’ICBSA:

Carmelo Bene e Signorina Rosina;

Antonio Pizzuto e Testamento

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Il turista, di Massimo Carlotto

Il turista, di Massimo Carlotto

Il motivo per cui la letteratura criminale o Noir affascina tanto i lettori desta qualche interesse sociale e psicologico. Nel caso letterario di Massimo Carlotto, alcune trame, trasposte nel cinema (Arrivederci amore ciao del 2001; Il fuggiasco del 2003) e nel teatro (Niente, più niente al mondo del 2004; Il mondo non mi deve nulla del 2016) hanno affascinato altrettanto gli spettatori.

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Ravenna di Antonio Pizzuto

Ravenna di Antonio Pizzuto

Racconta l’autore di avere incontrato, una volta su un treno, un signore francese che gli aveva parlato di una propria composizione per pianoforte intitolata Ravenna. Incontratisi a Parigi, Pizzuto venne invitato ad ascoltarlo suonare; fatti gli apprezzamenti generici, egli fu incuriosito dal titolo: “Perché Ravenna?”, “Così – fu la risposta – come uno viene chiamato Carlo oppure Giovanni”. La battuta, insensata all’apparenza, contiene un significato: generalmente i nomi vengono attribuiti prima di sapere come vivranno coloro che li subiscono (anche se abbiamo imparato che i nomi a loro volta condizionano i comportamenti…)

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Signorina Rosina di Antonio Pizzuto

Signorina Rosina di Antonio Pizzuto

Propongo qualcosa che, forse, non si capirà.

Da un po’ di tempo vado promuovendo un libro, tra amici e parenti, pubblicato per la prima volta nel 1956 dall’editore Macchia e poi successivamente riproposto da svariati editori in svariate, successive, ristampe: l’ultima disponibile sul mercato è di Polistampa e risale al 2004.

L’autore, al giorno d’oggi, è sconosciuto ai più, anche se ha costituito uno dei casi letterari (insieme con Giose Rimanelli e Giuseppe Berto) in Italia, tra il 1958 e il 1976 (anno della morte di Pizzuto): accolto dapprima entusiasticamente (Gianfranco Contini), poi sempre più snobbato da pubblico e critica a causa delle crescenti e obbiettive difficoltà di lettura, e interpretazione degli ultimi romanzi (in particolare Testamento, 1969, libro molto atteso soprattutto da Angelo Mondadori).

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