Categoria: Libri

L’inganno di Amazon

L’inganno di Amazon

Amazon è un’azienda di commercio elettronico fondata nel 1994 da Jeff Bezos a Seattle, nello stato di Washington, USA. Il fondatore immaginò il nome pensando al Rio delle Amazzoni, per evocare la portata di quel bacino idrografico enorme e rendere così il senso della propria idea: raccogliere tutti i rivoli della produzione più varia e condurli all’oceano costituito dal pubblico degli acquirenti. In quel bacino idrografico arrivano anche le macerie di ciò che viene travolto e distrutto nei territori circonstanti; pure amazon.com trascina tutte le macerie di quanto viene distrutto in termini commerciali e anche culturali.

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In Generale

In Generale

In questi giorni si parla molto del libro del generale Vannacci che si intitola Il mondo al contrario: si leggono commenti sui social e anche su Instagram, in cui occasionalmente tento di scrivere nonostante le insormontabili difficoltà del neofita. Avendo letto il commento, troppo irritato, di un amico scrittore cui mi sento affezionato, desidero aggiungere qualcosa al coro delle ostilità.

Senza entrare nel merito del valore culturale del saggio, che immagino basso come accade quando una persona si arroga il diritto di giudicare gli altri in maniera definitiva, vorrei evidenziare un  fatto importante: purtroppo per lui, il generale scivola in un equivoco clamoroso: crede di parlare di un fenomeno sociale ed invece parla di un problema personale.

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Interno Bernhard

Interno Bernhard

IL RIFORMATORE DEL MONDO / MINETTI (Ritratto di un artista da vecchio)

di Thomas Bernhard
con Glauco Mauri, Roberto Sturno
e con Federico Brugnone, Stefania Micheli, Zoe Zolferino, Giuliano Bruzzese
regia Andrea Baracco

Scene e costumi Marta Crisolini Malatesta
musiche Giacomo Vezzani, Vanja Sturno
aiuto regia Maria Teresa Berardelli
foto di Manuela Giusto

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I miei stupidi intenti

I miei stupidi intenti

Il libro del venticinquenne Bernardo Zannoni ha vinto il premio Bagutta opera prima e anche il 60° premio Campiello! Ho sempre dichiarato la mia ammirazione per i vincitori del premio Strega, mescolando all’invidia per il successo l’apprezzamento per la qualità della scrittura; non sempre – o quasi mai – sono rimasto affascinato dai contenuti: già solo questa affermazione mi svela in cattiva coscienza, visto che lascio pendere il piatto della bilancia da una parte o dall’altra separando, erroneamente, la forma dal contenuto.

Vabbè chi vince un premio ha sempre ragione e chi non vince niente ha sempre torto; ma devo essere sincero: questo premio Bagutta opera prima e questo premio Campiello mi inducono a superare la farraginosa e invidiosa dicotomia: il libro è bello, lo stile si confà alla qualità del contenuto.

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Il colibrì

Il colibrì

Non ho letto il romanzo di Veronesi l’estate in cui ha vinto il premio Strega, cioè nel 2020; l’ho letto invece ora, a distanza di due anni, stimolato dalla domanda di una persona che mi ha chiesto un parere. Questa persona ha visto anche il film di Francesca Archibugi. Confesso di aver provato più interesse per quella domanda, che per il premio Strega: mi ha indotto a leggere l’importante best seller, edito dalla Nave di Teseo. Rimango affascinato dai vincitori dei premi letterari, che stimo a prescindere; pertanto, mi affretto subito ad affermare la qualità della scrittura e dell’impostazione, per rivedere il giudizio a fine lettura, cercando un significato oltre le parole: sarà deformazione professionale.

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