Categoria: Musica

Samson et Dalila

Samson et Dalila

Libretto di Ferdinand Lemaire, Musica di Camille Saint-Saëns

Ogni spettacolo operistico si presenta come un evento straordinario nonostante –  ed al di là di – possibili critiche, per l’enorme impiego di risorse ed il grande numero di artisti e maestranze coinvolti.

Se le opere del repertorio più tradizionale si attendono come una festa periodicamente ripetuta, della quale si pregustano in anticipo i sapori noti, quelle meno eseguite promettono scoperte stuzzicanti, talvolta dense di fascino.

Da alcuni anni il Teatro Costanzi di Roma è andato ampliando ed affinando le proposte, affiancando ai titoli di richiamo altri, meno noti al grande pubblico, che si rivelano di estremo interesse pur se attirano un numero inferiore di spettatori: è stato il caso di “Samson et Dalila” cui abbiamo assistito nella replica di giovedì 11 aprile.

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Barocco!

Barocco!

Spettacolo in prima esecuzione assoluta con Cristina Zavalloni (voce) e il quartetto jazz di ottoni Brass Bang! (Paolo Fresu, tromba e flicorno; Steven Bernstein, tromba; Gianluca Petrella, trombone; Marcus Rojas, tuba).

Dalla presentazione di sala – non c’è programma – leggiamo: “Avventurarsi in un progetto dal titolo ‘Barocco!’ con un gruppo come ‘Brass Bang!’ significa essere pronti a tutto (musicalmente parlando)” frase che promette la trasgressione o meglio (musicalmente parlando) la contaminazione.

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Ramin Bahrami suona Bach

Ramin Bahrami suona Bach

Il maestro Sandro Gindro a chi gli rivolgeva la domanda, su chi fosse stato il più grande musicista di tutti i tempi, rispondeva il nome Bach: compositore pienamente calato nel suo tempo. Rispondeva così anche per spiazzare quanti erano consapevoli del suo amore per Mozart, il più grande artista di tutti i tempi, al di fuori di ogni tempo. Quella preferenza mi ha fatto sempre piacere perché io ho iniziato ad amare la musica attraverso Bach – accadde il primo gennaio di quarant’anni fa – quando, ospite nel seicentesco convento in cima al monte Soratte quella notte avvolto da un cielo rigonfio di stelle, un amico pianista eseguì all’armonium la Toccata e Fuga in re min (BWV 565).  Mi entusiasmavano le differenti voci di quella musica, che si rincorrevano, si chiamavano, si rispondevano proponendo idee, scherzi, sussurri, passioni improvvise. Forte di questi amorosi ricordi sono accorso martedì 19 febbraio al concerto del pianista Ramin Baharami che suonava Bach con l’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia diretta dal giovane Andrea Battistoni. Il programma prevedeva la Suite n.3 per orchestra (BWV 1068), il Concerto in fa minore (BWV 1056) ed il meraviglioso Concerto in re minore (BWV 1052). La seconda parte avrebbe offerto un brano di Musorgskij, altrettanto famoso: Quadri da un’esposizione, nella versione orchestrale di Ravel.

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Il Naso

Il Naso

Opera satirica in tre atti da Gogol, di Dmitrij Šostakovjč

A Sant’Oreste, paesino vicino Roma, negli anni ’60 un famoso uomo politico, in forza alla Democrazia Cristiana, inviava un suo rappresentante a tenere discorsi elettorali con una curiosa premessa: consegnava a tutti i convenuti una scarpa sinistra promettendo di portare la destra, per completare il paio, ad avvenuta elezione. In un periodo in cui le scarpe costituivano un bene prezioso, si trattava di un valido espediente: le scarpe promesse dal parlamentare venivano probabilmente pagate con i soldi pubblici e perciò – direttamente o indirettamente – da coloro che le ricevevano attraverso mancati investimenti o servizi pubblici lasciati scadere.

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Ricordar m’è dolce

Ricordar m’è dolce

maratona di teatro e musica nel ricordo di Sandro Gindro

Prima di parlare di questa bella rassegna, che si è svolta a Roma nel Teatro Santa Chiara dalle 17.00 di giovedì 24 maggio alle 2.00 di venerdì 25 maggio, è doveroso riconoscere ad Oberdan Cesanelli, autore, regista ed attore,  l’idea originale della fortunatissima maratona di letture denominata “Asino chi non legge” che ha realizzato con l’aiuto della Compagnia delle Rane di Morrovalle (MC), alla quale mi sono ispirato.

Il ricordo di Sandro Gindro è per noi indelebile e si distende insieme a quello dei grandi della cultura; ma inoltre occupa un luogo privilegiato nella categoria degli amori intensamente vissuti: apparse nella nostra vita e la modificò. Si spense in un pomeriggio di maggio, poco prima del tramonto, mentre tutt’intorno un giardino rigoglioso manteneva la promessa del trionfo dei fiori, soprattutto rose, sotto un cielo azzurro e terso che lo accolse nell’improvvisa esplosione della sinfonia Jupiter o della Messa in do minore di Mozart, ma non so più.

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