Categoria: Teatro

Il visitatore

Il visitatore

Trovo che la fatal domanda: “Se Dio esiste, perché permette tutto ciò?” sia una delle più stupide e retoriche da porre e, spero, che Freud non l’abbia mai realmente pronunciata – se non come provocazione – anche se Eric Emanuel Schmitt la propone, nel suo bel testo messo in scena a Roma nel Teatro Quirino. Con quest’opera del 1993 l’autore – allora giovane professore di filosofia – ha vinto tre premi Molière per il teatro. Il testo è stato rappresentato in Italia la prima volta da Turi Ferro e Kim Rossi Stuart con la regia di Antonio Calenda. Da allora vi sono state altre due riprese oltre a questa che vede impegnati Alessandro Haber (Freud) e Alessio Boni (il visitatore) per la regia di Valerio Binasco.

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Ottobrate romane

Ottobrate romane

Le Ottobrate romane erano feste che chiudevano la vendemmia: nella Roma pontificia, la tradizionale gita tra vigne e osterie furoreggiò in tutto il XIX secolo come forma di svago ed evasione per nobili e popolani, mescolati nella più sfrenata e sensuale allegria.

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SOGNO DI UNA NOTTE (o un giorno) DI MEZZA ESTATE

SOGNO DI UNA NOTTE (o un giorno) DI MEZZA ESTATE

Il sogno estivo di tante persone – giovani e meno giovani – si concentra intorno alla fantasia di non far niente e di come realizzarla: lontani dalle incombenze di studio o di lavoro (per chi è incluso nelle categorie) il sogno di mezza estate approda verso isole lontane (che si raggiungono in pochissimo tempo), o montagne incontaminate (per lo più ingorgate di auto e buste di plastica); per chi non fa (più) parte di tali categorie, esso invece si consuma davati alla TV o ai giochi (video o d’azzardo).

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Carmen

Carmen

È un’opéra-comique in quattro quadri (definizione di Bizet) su libretto di Henri Meilhac e Ludovic Halévy; è tratta dalla novella omonima di Prosper Mérimée (1845), con modifiche radicali quali l’inserimento dei personaggi di Escamillo e Micaela e il carattere di don José, bandito rozzo e brutale, trasformato in soldatino tenero e affezionato a “mammà”.

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L’elisir d’amore

L’elisir d’amore

melodramma giocoso in due atti, libretto di Felice Romani, musica di Gaetano Donizetti.

La vicenda è ambientata in un immaginario villaggio dei Paesi Baschi, alla fine del XVIII secolo. Nella regia di Ruggero Cappuccio, con le scene di Nicola Rubertelli ed i costumi di Carlo Poggioli, l’ambientazione proposta – essenziale – è più vicina alla collinosa campagna romana e ai suoi abitanti, così come numerosissime opere grafiche l’hanno tramandata fino ad oggi (es. “L’arrivo dei mietitori nelle paludi pontine” di Louis Léopold Robert, Parigi, Louvre).

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