Categoria: Teatro

Monica Guerritore – Giovanna D’Arco

Monica Guerritore – Giovanna D’Arco

giovanna d'arco   La figura di Giovanna d’Arco si staglia nell’immaginazione collettiva con la forza del mito, ancora per quel poco tempo che i mezzi di comunicazione di massa concederanno alla cultura. Poi anche la santa martire dell’integralismo cattolico scomparirà dietro le sigle dei “reality” televisivi, in compagnia di tanti altri che la scuola pubblica ha dimenticato per amor di globalizzazione.
In questa potente figura gli elementi del mito sono tutti presenti: la giovinezza, la povertà, la determinazione, la chiamata di Dio, la riscossa dalla condizione di servitù, la fine, la scomparsa di ogni sua traccia.

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Il medico dei pazzi

Il medico dei pazzi

di Eduardo Scarpetta, con Carlo Giuffré; regia di Carlo Giuffré
al Teatro Quirino di Roma

giuffrèO medico d’e’pazze” è la riedizione in lingua napoletana di una celebre pochade francese. Il protagonista Felice Sciosciammocca, sindaco di Roccasecca, si reca a Napoli per visitare l’ospedale dei pazzi che il nipote Ciccillo afferma di avere costruito, fingendosi medico per ottenere i denari necessari ad una vita lussuosa e libertina. Ciccillo conduce lo zio alla pensione Stella, spacciandola per l’Ospedale e confidando nell’eccentricità degli ospiti.

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Anna Marchesini interpreta Alan Bennett

Anna Marchesini interpreta Alan Bennett

“La cerimonia del Massaggio” di Alan Bennett
Traduzione e adattamento di Anna Marchesini
Con Anna Marchesini
Scene e costumi di Sibilla Ulsamer
Regia Anna Marchesini
Teatro Persiani, 29 – 30 ottobre 2005. 

marchesini

La città di Recanati è meta di “pellegrinaggi” da tutte le parti del mondo, di quanti vogliono camminare per le stesse strade percorse da Giacomo Leopardi, percepire i suoi passi, capire i suoi pensieri e discernere il motivo per cui questo splendido adolescente se ne volle fuggire. Visitando il Palazzo dei Conti Leopardi si intende come tuttora la famiglia sia piuttosto infastidita da quella notorietà planetaria, promossa a discapito del buon nome degli antenati.

Si può apprendere infatti, per voce di una guida frettolosa, di come il vero genio della famiglia fosse stato Monaldo – padre di Giacomo, che raccolse la splendida biblioteca aperta al pubblico – e non quel figlio un po’ sporco e disgustoso che causò il discredito della famiglia per omnia saecula saeculorum. La solerte guida spiega, così, come fosse la finestra aperta sulla piazzetta a generare “il sabato del villaggio” ed un podere che sovrasta il palazzo a dettare “l’infinito”. Naturalmente, l’omosessualità del poeta è liquidata come “cattiva inclinazione d’animo e scarsa attenzione all’igiene”.
Come avrebbero accolto, i buoni recanatesi, l’annuncio dato da Anna Marchesini del compianto funebre di un “massaggiatore” noto soprattutto per le sue prestazioni sessuali, così come descritto da Alan Bennett?

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Il rompiballe

Il rompiballe

Sotto la regia di Andrea Brambilla ( che partecipa allo spettacolo anche come voce fuori campo), Gianmarco Tognazzi e Bruno Armando riportano sulla scena una delle pièce veberiane più divertenti: Il Rompiballe.

rompiballe

Il testo, divenuto anche un film nel 1973  (dal titolo Buddy Buddy) interpretato dall’indimenticabile coppia Jack Lemmon -Walter Matthau, propone un meccanismo caro a Francis Veber, ovvero quello di un confronto-conflitto fra personalità inconciliabili che crea fraintendimenti, contrattempi e problemi di ogni sorta.

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Era una notte di luna…

Era una notte di luna…

era una notte di lunaera una notte di lunaera una notte di luna 

È raro vedere due grandi attori protagonisti recitare insieme su di un unico palcoscenico. È accaduto martedì 31 maggio nella sala Sinopoli dell’Auditorium Parco della Musica di Roma.
Stiamo parlando di Franco Castellano e Maurizio Micheli, riuniti nello spettacolo “Era una notte di luna…”, un percorso nel teatro di Sandro Gindro mise en èspace da Marco Mattolini.

Per quanto gli abbia dato popolarità, il piccolo schermo non rende giustizia a Franco Castellano, che in teatro esibisce una bravura sconvolgente. Egli sa giocare con i mille colori della voce: un tono basso, caldo e avvolgente per raccontare la triste storia di Palinuro (in “Albino Zero”), in modo così intenso e reale da farci immaginare i tempi mitici degli aedi; un piglio vigoroso in “Senza titolo 2”, per esprimere rabbia, invidia o disperazione; una stridula voce acuta che crea un effetto grottesco-esilarante persino in un testo tragico come “L’Odore dell’Inconscio”.

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