Beethoven/Prokof’ev/Xenakis

Beethoven/Prokof’ev/Xenakis

Direttore: Alejo Pérez ; Pianoforte: François-Frédéric Guy

Ludwig van Beethoven Concerto per pianoforte e orchestra n.3 , Iannis Xenakis Metastaseis, Sergej Prokof’ev Sinfonia n. 5 . Introduzione all’ascolto di Stefano Catucci , Orchestra del Teatro dell’Opera di Roma

Il teatro dell’Opera di Roma propone una scarna, ma bellissima, stagione – denominata Specchi del Tempo – di concerti di musica sinfonica, ognuno articolato su tre brani: uno romantico (Beethoven. Brahms, Tchajkovskij, uno del novecento storico (Bartok, Petrassi, Prokof’ev, Respighi, Sibelius) ed uno di musica cosiddetta contemporanea (Adès, Berio, Casale, Donatoni, Rihm, Xenakis).

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il Tradimenti di Harold Pinter

il Tradimenti di Harold Pinter

Harold Pinter è stato uno dei più grandi drammaturghi inglesi. Egli seguì, in un certo senso, la tradizione shakespeariana del palcoscenico, formandosi prima come attore e poi come autore. Il suo è un teatro di parola, che si colloca a metà strada tra la psicologia kantiana di Pirandello e quella intuizionista-surrealista di Ionesco o Beckett. Nei propri lavori Pinter esplora l’inconscio, protagonista principale sulla scena, attraverso le ripetizioni di parole o di situazioni e mediante la distribuzione degli stati d’animo tra i diversi personaggi che – individualmente – presentano una estensione unidimensionale.

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La Tempesta, con Giorgio Albertazzi

La Tempesta, con Giorgio Albertazzi

Albertazzi, nel ruolo di Prospero, mago e Duca di Milano spodestato dal fratello, per tutta la durata dello spettacolo “si muove su una sedia a rotelle, come un moderno Hamm beckettiano… Proprio dall’apparente fragilità fisica si sprigiona la sua imprevedibile Potenza; Potenza di pensiero e abilità esoterica incontrastabile” (note di regia).

Così in effetti appare il personaggio principale, sospinto senza tregua dallo spiritello Ariel, che in questo modo si procaccia l’affetto del protagonista e degli spettatori, per questa dedizione umana.

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La Lupa

La Lupa

Il sentimento di fascinazione suscitato dalla figura della Dea Madre, che alcuni studiosi legano al periodo del “matriarcato” – quell’ipotetica organizzazione sociale primitiva – è un contenuto antichissimo dell’inconscio sociale. Esso riaffiora sistematicamente dalle profondità più oscure dell’inconscio e si manifesta nel tempo, a partire dalle epoche più remote (Venere di Willendorf, 25.000 a.C.) fino ad oggi, attraverso le opere d’arte o i fatti di cronaca. Il mito coinvolge sempre tre protagonisti: la donna adulta, il giovane uomo e il giudizio morale (quest’ultimo rappresentato generalmente da una figura maschile dotata di qualche autorità).

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