La strana coppia

La strana coppia

La strana coppia è una commedia di Neil Simon rappresentata per la prima volta nel 1965 e portata sugli schermi nel 1968. Siamo nel pieno del periodo “felice” degli anni ’60, per la cultura e la società americana vincente nel mondo; però anche appena ad un passo dal disastro del Vietnam e dalla perdita dell’ingenuità del “sogno americano”. In realtà, la cattiva coscienza statunitense era palesemente stratificata da più di 100 anni, riguardo alle scelte imperialiste (invasione del Mexico del 1846), e sin dall’inizio della sua storia (dichiarazione d’indipendenza del 1776) riguardo alle scelte schiaviste e razziste.

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Mio marito è un assassino

Mio marito è un assassino

di Sandro Gindro(1984), regia di Pino Strabioli

Sme (Esmeralda) è una donna frivola, ma sensibile e amante degli animali e della natura; chiusa nella sua esistenza domestica è profondamente e sensualmente legata al marito Dru (Asdrubale), che la ricambia con pari intensità. Asdrubale è totalmente dedito al lavoro, in cui riversa ogni frammento di tempo spendendosi per progettare e portare a termine le proprie attività. Il lavoro che svolge è piuttosto complesso e lo porta a intrecciare rapporti con un gran numero di persone di cui, talvolta, dimentica persino l’esistenza: fa l’assassino.

La scena è ambientata in una casa borghese piuttosto ricca, è la casa di un antiquario. Entrano due clienti – madre (Livia Bartolucci) e figlia (Vittoria Rossi) –, destinate ad essere le prossime vittime. In un’altra stanza Dru (Pino Strabioli) racconta a Sme (Sabrina Knaflitz) di come abbia ucciso una vecchina annegandola nella polenta. Sme sviene in continuazione turbata non già dalla violenza dei gesti – tuttavia sempre cortesi e rispettosi delle forme – narrati dal marito, ma al pensiero della vicina di casa, che strappa le tenere foglioline di basilico dalla pianta: una tortura tremenda.

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Il museo del mondo (Einaudi, 2014)

Il museo del mondo (Einaudi, 2014)

è frutto della collaborazione di Melania G. Mazzucco con il quotidiano La Repubblica: nel 2013, in ogni edizione domenicale, la scrittrice ha presentato e commentato un’opera d’arte.

Il libro contiene, perciò, le descrizioni di 52 capolavori, opere che rappresentano altrettante metafore dell’arte e della vita. Possiamo ritenere che la selezione condotta dall’autrice equivalga, anche, ad un lavoro di autoanalisi proiettato in quei capolavori.

Le descrizioni esprimono preziosi commenti che, attraverso alcune frasi significative, lasciano anche intendere le ragioni della scelta. Mi è venuto in mente di raccoglierne proprio cinquantadue, ma non avrebbe senso, come pure riportare la lista completa dei titoli. Prenderò ad esempio, scegliendo a mia volta, sicuramente il primo e l’ultimo dipinto e pochi altri tra quelli a me meno noti.

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NIO

NIO

Io sono una persona stonata. Mi sembra di essere più intonato se imito la voce di qualcuno che interpreta una particolare canzone: per esempio Bocelli quando canta Con te (partirò), brano con il quale partecipò un festival di Sanremo. Almeno così mi pare. I miei amici di composizione dicono che sembro, comunque, un trombone stonato e mi pregano di non cantare nemmeno per esercizio, quando proviamo insieme.

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Incontro con Melania G. Mazzucco

Incontro con Melania G. Mazzucco

Introduzione a Letteratura e psicoanalisi descrivono i nuovi contesti famigliari. Conversazione con l’autrice di Sei come sei (Einaudi 2013) e gli psicoterapeuti dell’Associazione Psicoanalisi Contro

Il titolo di quest’incontro prende spunto dal contenuto del romanzo Sei come sei di Melania Mazzucco.

Il libro racconta del viaggio in treno, in pullman, in autostop di una adolescente che va alla ricerca del padre, o meglio, di uno dei suoi due padri; dai pensieri di Eva, la protagonista, si dipana una storia che è anche la ricostruzione e la descrizione del suo particolare contesto famigliare: formato da una coppia di uomini, i suoi genitori, e da lei, loro figlia.

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