La matematica “e” un’opinione (una piccola autoanalisi)

La matematica “e” un’opinione (una piccola autoanalisi)

Da un recentissimo periodo, due volte la settimana mi reco da una bambina con problemi scolastici generalizzati. A grandi linee posso affermare di conoscerla da sempre.

Il mio paese è una piccola realtà, quindi all’apparenza credi di conoscere tutti; poi avvicinandoti meglio, ti accorgi che… forse… E che per conoscere devi soffermarti ad ascoltare più in profondità.

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La supervisione in psicoterapia

La supervisione in psicoterapia

ANALISI DEI CASI CLINICI IN AMBITO PSICOTERAPEUTICO: LO STRUMENTO DELLA SUPERVISIONE – Corso di formazione per psicologi e medici  (16 Marzo – 7 Dicembre 2013)

25 CREDITI ECM

ISCRIZIONI ED INFORMAZIONI: Segreteria IPRS: Tel. 06 32652401- Fax. 06 32652433 – email: segreteria@iprs.it

Sede del corso: Passeggiata di Ripetta, 11 – 00186, Roma

Costo del corso € 300,00; è gradita la prenotazione entro il  10 Marzo 2013; è necessario allegare un breve curriculum e l’eventuale introduzione di un caso clinico. Per le modalità d’iscrizione e pagamento rivolgersi alla segreteria.

 

PATROCINIO ORDINE DEI MEDICI DI ROMA

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Ramin Bahrami suona Bach

Ramin Bahrami suona Bach

Il maestro Sandro Gindro a chi gli rivolgeva la domanda, su chi fosse stato il più grande musicista di tutti i tempi, rispondeva il nome Bach: compositore pienamente calato nel suo tempo. Rispondeva così anche per spiazzare quanti erano consapevoli del suo amore per Mozart, il più grande artista di tutti i tempi, al di fuori di ogni tempo. Quella preferenza mi ha fatto sempre piacere perché io ho iniziato ad amare la musica attraverso Bach – accadde il primo gennaio di quarant’anni fa – quando, ospite nel seicentesco convento in cima al monte Soratte quella notte avvolto da un cielo rigonfio di stelle, un amico pianista eseguì all’armonium la Toccata e Fuga in re min (BWV 565).  Mi entusiasmavano le differenti voci di quella musica, che si rincorrevano, si chiamavano, si rispondevano proponendo idee, scherzi, sussurri, passioni improvvise. Forte di questi amorosi ricordi sono accorso martedì 19 febbraio al concerto del pianista Ramin Baharami che suonava Bach con l’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia diretta dal giovane Andrea Battistoni. Il programma prevedeva la Suite n.3 per orchestra (BWV 1068), il Concerto in fa minore (BWV 1056) ed il meraviglioso Concerto in re minore (BWV 1052). La seconda parte avrebbe offerto un brano di Musorgskij, altrettanto famoso: Quadri da un’esposizione, nella versione orchestrale di Ravel.

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Il Naso

Il Naso

Opera satirica in tre atti da Gogol, di Dmitrij Šostakovjč

A Sant’Oreste, paesino vicino Roma, negli anni ’60 un famoso uomo politico, in forza alla Democrazia Cristiana, inviava un suo rappresentante a tenere discorsi elettorali con una curiosa premessa: consegnava a tutti i convenuti una scarpa sinistra promettendo di portare la destra, per completare il paio, ad avvenuta elezione. In un periodo in cui le scarpe costituivano un bene prezioso, si trattava di un valido espediente: le scarpe promesse dal parlamentare venivano probabilmente pagate con i soldi pubblici e perciò – direttamente o indirettamente – da coloro che le ricevevano attraverso mancati investimenti o servizi pubblici lasciati scadere.

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Arlecchino servitore di due padroni

Arlecchino servitore di due padroni

Carlo Goldoni (Venezia, 25 febbraio 1707 – Parigi, 6 febbraio 1793) scrisse questo testo nel 1746,  in un periodo in cui esercitava la professione di avvocato a Pisa, su richiesta di un famoso attore italiano, Sacchi, che gli proponeva anche un tema per l’intreccio: servire due padroni. Sacchi era conosciuto in tutta Europa come comico, con il nome d’arte di Truffaldino, il personaggio della Commedia dell’Arte che interpretava. Goldoni, nello scrivere il primo canovaccio, probabilmente si ispirò ad “Arlequin valet de deux maîtres”, testo firmato da Mandajor (Jean-Pierre des Ours de Mandajors: Alès, cittadina non lontanissima da Avignone, 24 giugno 1679 – Parigi, 15 novembre 1747). Sacchi portò in scena l‘opera, riscuotendo un notevole successo; in seguito, però, altri comici di minore levatura interpretarono la commedia snaturandone le proposte, fatto che spinse Goldoni a trasformare il canovaccio in un testo con tutte le parti scritte. Quest’innovazione consacrò l’inizio dell’opera drammaturgica goldoniana, i cui testi furono interamente scritti e non più lasciati all’improvvisazione tipica della commedia dell’arte.

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