ART

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art di Yasmina Reza

I cartelli esposti al botteghino comunicano “biglietti esauriti”; il Teatro Eliseo è pieno di spettatori: buon segno. Non sappiamo niente del testo e dell’autrice, conosciamo invece gli interpreti che in generale non ci piacciono. Uno lo abbiamo frequentato personalmente e ci piace meno degli altri.

Ci guardiamo attorno in platea per cercare di comprendere, dal tipo di pubblico, il genere di spettacolo che ci accingiamo a vedere: amanti del teatro? spettatori di generi televisivi? iscritti a CRAL aziendali? Pochi sono in abiti eleganti, anche se è sabato sera.

Si apre il sipario e due quinte bianche, scorrevoli, precludono la vista della scena retrostante ed ha inizio Art: si tratta di un testo vivace, strutturato in flash back, in scene con dialoghi immediati e in brevi monologhi che illustrano la geografia di un’amicizia.

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L’AFFARISTA MERCADET

L’AFFARISTA MERCADET

di Honoré de Balzac

Non avevamo mai assistito ad uno spettacolo teatrale allestito su di un testo scritto da Honoré de Balzac; anzi, non pensavamo che il grande autore francese si fosse cimentato nel repertorio, per cui abbiamo acquistato i biglietti per la prima al Teatro Goldoni di Venezia (eravamo in trasferta), con perplessa curiosità. Immaginavamo si trattasse di un drammone (alla Père Goriot per intenderci) e ci siamo invece imbattuti in una stupefacente commedia piena di verve ed ironia, cosparsi a piene mani: un’anticipazione dei vaudeville ma, soprattutto, una pièce dal linguaggio brioso ed elegante (reso nella nostra lingua, con merito, da Alberto Bassetti).

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Un flauto magico

Un flauto magico

Peter Brook  è forse il regista più importante al mondo in questo momento; essendo onorati dell’amicizia di una grande attrice italiana, abbiamo approfittato della sua influenza sulla Direzione del Teatro Argentina per assistere alla prima romana dello spettacolo tratto dal Flauto Magico di Mozart.

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Un omaggio a Pier Paolo Pasolini

Un omaggio a Pier Paolo Pasolini

Il festival internazionale del film di Roma càpita nella settimana di fine ottobre (è alla sesta edizione). Quest’anno gli organizzatori hanno voluto dedicare un omaggio al regista, poeta, scrittore, sceneggiatore e filosofo Pier Paolo Pasolini. Siamo anche in concomitanza con la data della sua morte violenta, avvenuta nella notte tra l’ 1 e il 2 novembre 1975,  trentasei anni or sono; ma la cifra degli anni non è tonda e quindi non viene ricordato per questa ricorrenza, ma per il cinquantenario della sua prima regia: il film Accattone.

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Il villaggio di cartone

Il villaggio di cartone

Le persone, viste da vicino, son più belle: questa sembra l’interessante idea espressa, al di là delle parole, in un film che somiglia troppo ad una pièce teatrale.

Ermanno Olmi, noblesse oblige, ha attinto a piene mani dal pentolone dei “grandi temi”: il fallimento della Chiesa; la perdita delle vocazioni; la solitudine dei preti; il dramma dell’immigrazione; l’egoismo dei ricchi; il tradimento dei deboli verso gli ancor più deboli; la violenza miope di legislatori e funzionari; il criptorazzismo; il conflitto delle civiltà; il mistero della vita e della morte.

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