L’eterna gioventù

L’eterna gioventù

Ho ascoltato Maurizio Maggiani presentare il suo ultimo libro domenica 17 ottobre al SalTo, in compagnia di un giornalista.  Il giornalista era di compagnia a lui, non a me, ovvio. L’inizio era noioso e anche poco stimolato dalla presenza assente dell’altro; magari si stavano antipatici oppure il giornalista era, pigramente, troppo estasiato dallo scrittore da risultare incapace di dire alcunché. A me successe qualcosa di simile durante la tesi di laurea in psicologia: il mio relatore non disse niente, non perché fosse così estasiato dal mio lavoro.

In questo caso non si trattava di una tesi di laurea ma, semplicemente, della tesi che riguarda l’eterna gioventù. Cosa sia l’eterna gioventù e come si ottenga, da quella presentazione non si capiva proprio, per lo meno all’inizio. L’autore sembrava dare per scontato che uno – e cioè l’ascoltatore – sapesse già di cosa egli avrebbe parlato e, più precisamente, conoscesse il contenuto del libro e le intenzioni declamatorie di quella domenica mattina, ore dodici. Però Maurizio Maggiani abbastanza presto, per non dire subito, si è sollevato dalla poltroncina bassa, lasciando seduto e indietro il giornalista poco entusiasmante: sollevato il corpo, anche lo spirito è rimasto più in alto e, mano a mano, il discorso è decollato e anche l’interesse.

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Le sette opere di misericordia corporale

Le sette opere di misericordia corporale

Ho avuto una doppia vita, di insegnante di elettronica e psicoterapeuta: la prima, grazie ad una laurea in fisica delle particelle elementari; la seconda, per una laurea in psicologia seguita da una scuola di psicoterapia. Come insegnante ho potuto usufruire degli strumenti offerti dall’altro ruolo, che talvolta hanno prodotto un eccesso di aspettative. Ho avuto il privilegio di partecipare alla fondazione dell’IPRS nel 1987.

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37’2 le matin

37’2 le matin

Il libro racconta una storia d’amore impossibile che, tuttavia, si realizza.

Perché l’amore è impossibile? O sembra esserlo, per lo meno tra persone di sesso diverso? La risposta, pur se complicatissima, è semplice: maschio e femmina vivono – di fatto – in due mondi differenti che si toccano solo attraverso i rapporti sessuali.

Il protagonista, aspirante scrittore, si è innamorato di una bellissima ragazza, Betty, che ha gli occhi verdi e fa di mestiere la cameriera affascinante e rabbiosa. Il protagonista riferisce in prima persona, ma di sé non dice nulla: sappiamo solo che ha trentacinque anni e anche questa informazione è acquisita in maniera indiretta, a causa di una caduta rovinosa e in un altro frangente di scarso significato. Sappiamo anche che le donne gli si offrono.

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Precious

Precious

Precious, Preziosa, è un nome abbastanza stravagante e segue una frequente consuetudine dei ghetti neri – e di alcune province italiane – in cui si sbizzarrisce la fantasia di genitori poveri culturalmente ed economicamente perché, spesso, questo è l’unico elemento di valore che si è in grado di consegnare alla prole.

Precious, protagonista del romanzo di Sapphire, è un’adolescente svalutata, disprezzata, violentata; ella stessa sente di essere priva di valore, una macchia nera. Racconta la propria storia in modo semplice e sconcertante: ha sedici anni e ne dimostra almeno trenta; è nera, povera, grassa. Si reca testardamente a scuola per sfuggire alla madre, ma è rimasta analfabeta.

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Dasvidania

Dasvidania

Un po’ di tempo fa avevo una paziente bambina – di otto anni – che poi, ovviamente, è cresciuta ed ha fatto un bel percorso. Ora è una brava e affermata psicologa.

Me l’avevano affidata per i suoi problemi di isolamento e di chiusura: aveva paura degli altri bambini e preferiva la compagnia degli adulti e, fatto più preoccupante, esibiva alcuni rituali ossessivi che sembravano incomprensibili e tali da sconcertare. Ad esempio, vedeva sino allo sfinimento, altrui, sempre lo stesso film per ore e giorni; oppure ripeteva alcuni gesti inessenziali: toccare la copertina di un libro, in piedi, allungando e ritraendo ripetutamente la mano per un tempo infinito.

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