Guerra in camicia nera

Guerra in camicia nera

Giuseppe Berto (1914 – 1978) era il primo di cinque figli di un maresciallo dei Carabinieri che, per amore della moglie sua compagna d’infanzia, abbandonò l’Arma, e s’improvvisò venditore ambulante di cappelli ed ombrelli. Il giovane Berto, frequentò il ginnasio nel Collegio Salesiano Astori di Mogliano Veneto, e studiò con grande diligenza soffrendo al pensiero dei sacrifici economici sostenuti dalla famiglia, prima che prevalesse in lui il fastidio della quotidianità conseguente, forse, all’ingresso negli Avanguardisti (1929) e successivamente nei Giovani Fascisti. Costretto ad arrangiarsi per sbarcare il lunario, si arruolò nel Regio Esercito e, militare, si iscrisse alla Facoltà di Lettere dell’Università di Padova, la meno costosa.

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Diario di un fallito

Diario di un fallito

Il nome Eduard Limonov è lo pseudonimo di Ėduard Veniaminovič Savenko; origina dall’esaltazione bellica del giovane Eduard, punk russo nato nel 1943, esplosivo come una bomba a mano: la Limonka è, in gergo russo, la bomba a mano perché ricorda la forma di un grosso limone (nei fumetti di guerra filo americani sarebbe definita “Ananas”).

Limonov ha scritto tanto: ben 66 libri, articoli e poesie. Poche cose sono state tradotte in lingua italiana. Personalmente ho letto due dei suoi lavori: il Libro dell’acqua e questo, di cui sto parlando.

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Della gentilezza e del coraggio

Della gentilezza e del coraggio

Gianrico Carofiglio, da tempo, ha imboccato il sentiero che va dalla narrativa alla saggistica. Simile percorso hanno esplorato, con vari risultati, altri famosi autori: uno tra tutti, Alessandro Manzoni. Attualmente si avventurano su questa strada, spesso, le grandi firme del poliziesco o del noir, con risultati alterni: un bell’esempio è offerto da Andrea Camilleri, la cui cultura era per nulla trascurabile soprattutto su temi storici.

Altri, invece, hanno imboccato il sentiero nel verso opposto, transitando dalla saggistica alla narrativa.

Entrambi i percorsi sono ardui: chi proviene dalla saggistica mantiene una densità di contenuti solida ed affascinante; ma, spesso prolissa e difficile, raramente trova il meccanismo rapido e lieve del racconto, dello scorrere leggero di un fiume che, anche se rivela i suoi segreti, lascia apprezzare il piacere del fluire.

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I Narcisi non sono fiori

I Narcisi non sono fiori

I Narcisi non sono fiori di Marinella Saiu è un romanzo che scorre bene, dalla buona scrittura.

Se i narcisi non sono fiori allora cosa sarebbero? Narciso, nel mito antico era un giovane bellissimo, che sdegnava qualsiasi corteggiamento o dimostrazione d’affetto, innamorato solo di sé.

Il romanzo, concepito come un giallo, propone la vicenda di una ragazza cui non manca nulla, Lavini abellissima e ricca, che si comporta come Narciso. La storia non viene presentata come una narrazione patologica ma piuttosto come una fuga; propone al lettore alcuni interrogativi per i quali cercare una spiegazione.

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Inattualità della psicoanalisi

Inattualità della psicoanalisi

Il libro di Franco Lolli prende in esame i motivi per i quali sta avvenendo – anzi è già avvenuto – un cambiamento nella pratica psicoanalitica.

Innanzitutto egli rileva quanto sia modificato nel tempo il bacino dei “richiedenti” un trattamento psicoanalitico. Fino ad alcune decine di anni fa, la psicoanalisi era riservata al mondo della borghesia medio alta: il paziente tipo era caratterizzato da una cultura piuttosto ampia, frutto di studi personali quanto di una formazione di fondo che lo stesso ambiente sociale riusciva a offrire; e da una disponibilità di tempo e denaro che consentivano una frequentazione piuttosto assidua degli studi professionali.

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